Fonte: Famiglia Cristiana
Osama bin Laden è stato ucciso in Pakistan. L'attenzione ritorna su questo grande Paese di 180 milioni di abitanti, quasi tutto musulmano (l'islam è all'80% sunnita e al 20% sciita), percorso da forti tensioni e da una corrente islamista radicale presente anche in settori delle istituzioni. Non sono mancati attentati contro le minoranze musulmane, come gli sciiti o gli spirituali sufi, e contro i cristiani. E' di due mesi fa l'assassinio di Shabbaz Bhatti, cattolico, ministro per le Minoranze, simbolo del riscatto dei cristiani dalla loro marginalità.
Bhatti sognava un Pakistan terra di coabitazione. Il presidente Zardari, dopo la sua morte, ha nominato suo fratello Paul consigliere del Governo per le Minoranze (non ministro perché non è parlamentare). Ci sono stati ultimamente momenti difficili per i cristiani: alcuni villaggi sono stati assaltati con l'accusa di aver bruciato un Corano. Ma dopo l'uccisione di Osama la situazione rischia di peggiorare. Ora i messaggi qaedisti invitano a rovesciare il Governo pakistano. Sarà nuovo terrore contro le minoranze?
Colpire i cristiani è una facile manifestazione di forza da parte degli islamisti. Serve a legittimarli come difensori dell'islam. Il nuovo fondamentalismo ha dimenticato che, per secoli, nei Paesi islamici i cristiani hanno vissuto con i musulmani. Ormai, invece, vengono considerati come avanguardie dei "crociati" da eliminare. Dopo la morte di Osama è giun ta una stupefacente decisione pakistana: la nomina di Riaz Hussain Pirzada, un esponente di un partito musulmano, a ministro per le Minoranze (superiore di Paul Bhatti). È una decisione "islamica" dopo l'assassinio di Osama per difendersi dagli attacchi fondamentalisti? Oppure, si vanifica l'opera di Bhatti? In queste condizioni, Paul Bhatti (che aveva lasciato il suo lavoro di medico in Italia) non potrà impegnarsi per le minoranze, che resteranno ancora più sguarnite.
Gravi interrogativi si addensano sul futuro dei cristiani nel mondo musulmano. Resta solo l'emigrazione? Al Cairo, gruppi musulmani salafiti hanno assaltato due chiese copte, uccidendo vari cristiani. La primavera egiziana sta tramontando e il vento di libertà diventa terrore? La realtà è che le società musulmane sono percorse – e non da oggi – da correnti totalitarie (in Egitto e Tunisia finora marginalizzate dalla primavera araba).
L'odio per il cristiano e per i diversi mira alla legittimazione degli islamisti alla guida del mondo musulmano. Bisogna, invece, garantire la vita delle minoranze, vero pilastro di una società in cui la libertà di tutti diventa possibile. Democrazia è libertà, dialogo, convivenza tra diversi. Non si deve dimenticare che Osama aveva proclamato rivolto all'Occidente: «Loro vogliono il dialogo, noi la morte». A differenza di questo signore della morte, continuiamo a credere che il dialogo e la libertà siano la strada del futuro.