Fonte: Famiglia Cristiana
Donald Trump ha definito Francesco una “pedina” del Governo durante il suo viaggio in Messico. Una simile reazione scomposta rivela come il messaggio del Papa colpisca anche oltre i confini messicani, perché ha parlato al mondo globale dal Sud. Ha evocato la tragedia delle migrazioni forzate in America Latina e in tutto il mondo, quando ha preso la parola vicino al muro che protegge la frontiera americana. Il Papa però ha mostrato quanto la Chiesa tiene proprio al Messico. Qui ci sono più di 110 milioni di cattolici e il cristianesimo è una realtà incarnata nella storia. Francesco è sceso in profondità nell’animo di questa nazione: dal palazzo presidenziale alle comunità indigene del Chiapas. Il Messico – ha detto – è «un crocevia delle Americhe», con un’identità plurale fatta di «culture indigene, meticce e creole: un’identità che ha imparato a prender forma nella diversità».
Ma il Papa è apparso anche cosciente delle violenze del passato e del presente. Il Paese è ammalato di una violenza diffusa di mafie e bande criminali che ne paralizzano lo sviluppo. Negli ambienti della criminalità si è persino venuto a creare un culto: la Santa Muerte, che protegge sé stessi e colpisce i nemici.
Francesco ha voluto parlare di speranza, consapevole che metà dei messicani sono giovani: vera forza per il riscatto del Paese. La criminalità è la reale e diffusa perversione del mito del benessere solo per sé. Francesco ha proposto invece la ricerca del bene comune: «Il mondo di oggi, preso dal pragmatismo, ha bisogno di reimparare il valore della gratuità». «Tutti siamo necessari», ha aggiunto. «Specie chi non conta e non ha il capitale necessario». Bisogna aprirsi alla speranza del futuro. Francesco lo ha detto persino ai carcerati, ricordando che «la salute sociale» non si persegue «solamente incarcerando». È iniziata anche una nuova stagione per la Chiesa messicana con la visita di Francesco: «Riscoprire che la Chiesa è missione», ha detto ai vescovi, «è fondamentale, perché solo l`entusiasmo, lo stupore convinto degli evangelizzatori hanno la forza di trascinare». Bisogna incontrare la gente, aprendo il cuore alla speranza e alla responsabilità verso gli altri: Anche oggi, ha concluso Francesco, «scommettiamo sulla conversione».