Negli Anni 60 molti cattolici credevano che la rivoluzione fosse l’unico modo «per realizzare
l’amore verso il prossimo nel terreno temporale».
L’accordo di pace tra il presidente colombiano, Santos, e il movimento guerrigliero delle Farc è stato respinto per poche migliaia di voti in un referendum dalla scarsa partecipazione. Ora il presidente deve rinegoziarlo con i suoi oppositori e, ovviamente, con le Farc. Tuttavia una pagina di storia sta per essere voltata: quella pratica della violenza rivoluzionaria. È stata un’illusione, condivisa in tante parti del mondo, che ha prodotto molta sofferenza. Gli stessi dirigenti delle Farc, attive da1 1964, hanno chiesto perdono dei dolori causati. La violenza rivoluzionaria non è stata, però, legata solo al marxismo-leninismo (come per le Farc), ma ha riguardato anche il mondo cattolico. Cristianesimo e rivoluzione sembrano un binomio impossibile, tuttavia sono una realtà della seconda metà del Novecento. In Colombia è la vicenda dell’Eln, che ha cominciato la sua lotta ne1 1964 ed ora sta trattando, a sua volta, con il governo.
L’Eln, fin dall’ideologia, è intrisa dell’apporto del cattolicesimo e della teologia della rivoluzione, oltre a portare la forte impronta del castrismo. Misticismo rivoluzionario con uno sfondo religioso. Vari sacerdoti sono stati membri o alla testa di questa guerriglia. Il più famoso è padre Camilo Torres Restrepo, ucciso in uno scontro con l’esercito colombiano nel febbraio 1966.
Camilo Torres è divenuto, in quegli anni, un mito. La sua vicenda incarna le aspirazioni dei cristiani che fecero la scelta per la rivoluzione, contestando l’alleanza tra Chiesa e poteri politici ed economici. Così avvenne in Colombia, dove vigeva ancora un concordato che assegnava al presidente della Repubblica la possibilità di scegliere i candidati per la nomina all’episcopato.