Fonte: Famiglia Cristiana
Non basta ringiovanire il Governo (cosa ottima), ma bisogna guardare ai bambini e ai giovani. Il loro futuro non è roseo in un'Italia che declina. Il declino avviene a causa dei nuovi scenari storici, ma anche per la debolezza di una politica senza visione. I ragazzi sono il cuore della visione del futuro. Questo ci porta immediatamente a parlare di scuola. A dire il vero si parla molto di scuola, ma che si fa? Non si tratta solo di riforme. Anzi la scuola è un organismo stressato dalle numerose (talvolta contraddittorie) riforme. Bisogna investire economicamente sulla scuola, non ridurne la durata. Lo stato, sovente penoso, di tanti edifici scolastici è una questione urgente. Inoltre gli insegnanti, una classe spesso umiliata, debbono recuperare ruolo sociale e prestigio. Certo, la scuola forgia attitudini e conoscenze utili per gli sbocchi lavorativi dei giovani. Ma c'è un aspetto da non trascurare: il sapere umanistico rende liberi e creativi. Non si deve umiliare questo sapere nel corso scolastico.
QUESTIONE DI CITTADINANZA. Bisogna investire sulla scuola, dare dignità agli insegnanti, coltivare il mondo scolastico come luogo di formazione in una società dove sono deperite tante agenzie socializzanti e formative. Non va dimenticata la funzione decisiva della scuola per l'integrazione dei giovani immigrati e figli d'immigrati. In proposito non posso non segnalare con soddisfazione come, in questi giorni, è stata ripresa la proposta da me avanzata: dare la cittadinanza italiana ai minori, figli di stranieri, che hanno frequentato cinque anni di scuola primaria, in nome dello ius culturae. Non si tratta dello "ius soli", troppo automatico in un Paese di passaggio come l'Italia. Né dell'attuale ius sanguinis, inadeguato e restrittivo. Attraverso lo ius culturae i bambini non di origine italiana potranno affrontare, riconosciuti italiani, i successivi cicli scolastici, la socializzazione da adolescenti, l'impatto con il lavoro. Troppo si è fatto aspettare questi ragazzi a causa di una politica becera che lucrava consenso elettorale sulla carta degli immigrati. Invece questi giovani, se integrati, possono dare un contributo umano e dinamico al Paese. Anche in questa prospettiva la scuola ha un ruolo decisivo, per costruire la società di domani. "