Fonte: Famiglia Cristiana
Un editoriale di Andrea Riccardi racconta la paralisi della comunità internazionale davanti al dramma della regione di Ghouta, alle porte di Damasco, roccaforte ribella assediata da Assad. Occorre cambiare radicalmente strada, fermare la guerra e passare al negoziato. Usa e Russia devono riprendere a parlarsi. Finché non si dirà basta alle armi, ogni male è possibile.
Quanto accaduto nell’area alle porte di Damasco è il riflesso delle dinamiche del conflitto. Sono sette gli anni di guerra in Siria. Nella primavera del 2011, i manifestanti scesero in piazza gridando “libertà”. Speravano in una primavera democratica in un Paese retto con pugno di ferro dal regime di Bashar al-Assad, al potere dal 2000. Presto la primavera, colpita da una dura repressione governativa, si è trasformata nell’inferno della guerra. I radicali hanno preso la guida dell’opposizione. Alcuni erano stati liberati dal carcere siriano: si sospetta che Assad abbia giocato la carta della radicalizzazione del conflitto per presentare il regime come muro contro il caos islamista.
CONTINUA A LEGGERE L’ARTICOLO >