Fonte: Corriere della Sera
Un successo personale. Ottenuto abbandonando le tradizionali prudenze della diplomazia. Papa Francesco ha osato fare un appello personale ai leader dei due Paesi, Barack Obama e Raúl Castro. E i due capi di Stato gli hanno riconosciuto il merito di aver contribuito a costruire l'intesa. Lo hanno infatti pubblicamente ringraziato nelle due conferenze stampa contemporanee svoltesi ieri. La Guerra fredda è proprio finita.
Davvero è una svolta storica. Un pezzo di muro è caduto. Nel caso di Cuba il muro era l'embargo deciso addirittura all'epoca in cui fu innalzato il Muro di Berlino. Cuba e Stati Uniti, tanto vicini geograficamente, hanno vissuto agli antipodi per più di mezzo secolo, ben oltre l'89. Del resto, nel mondo globale, sono possibili le guerre fredde regionali. Ora comincia un'altra storia.
Obama ha ammesso con onestà: «L'isolamento non ha funzionato. I 53 anni di embargo non sono serviti a nulla». Bisognerebbe trarne una lezione sugli effetti perversi degli embarghi, che radicalizzano le posizioni. El bloqueo (come si dice a Cuba) ha sfidato, ma anche paradossalmente consolidato il regime castrista. Comincia una nuova storia tra i due paesi con i rapporti diplomatici e commerciali. Non si esclude una visita nell'isola di Obama, che ha mostrato coraggio nella svolta. Inizia una nuova storia per Cuba, finora al riparo dai processi di globalizzazione proprio dall'embargo. Che sarà Cuba senza il muro? Raúl Castro esce a testa alta, ma il regime si dovrà adattare al nuovo quadro di flussi e relazioni. Ha mostrato capacità di adattamento. Una storia «bloccata» si mette in movimento su tutti i fronti.
La sorpresa nella sorpresa è il ruolo di Francesco, ringraziato da entrambi i presidenti. E' un suo successo. Il Papa ha osato un appello personale ai due leader, andando al di là della tradizionale prudenza della diplomazia. Segno dell'importanza del ruolo del papa è l'incontro tra le delegazioni avvenuto in Vaticano (il comunicato della Segreteria di Stato usa il termine tecnico di «buoni offici»). L'intervento di Francesco ha avuto un aspetto umanitario con la liberazione dei detenuti a Cuba e negli Usa, ma è andato ben oltre. Il papa latinoamericano ha aiutato Obama a uscire dall'impasse in cui la politica americana (soprattutto per motivi interni) era incagliata da decenni. Ha rappresentato anche una garanzia per Cuba, dove la Chiesa guidata dal cardinal Ortega ha condotto una politica di piccoli passi, guadagnando spazio sociale e interlocuzione civile.
Da questa svolta il papa (pastorale e non diplomatico) esce consacrato quale uomo di pace: rivela come il mondo globale abbia bisogno dell'audacia della pace. La guerra fredda è finita ma restano conflitti aperti. Da ieri uno in meno.