Nel Novecento la Chiesa cattolica ha sviluppato e differenziato la sua azione politica in più direzioni. Andrea Riccardi esamina le politiche della Chiesa dalla vigilia della seconda guerra mondiale ai nostri giorni. Nel rapporto con gli Stati due elementi hanno condizionato le scelte del Vaticano: da una parte la Chiesa locale che diveniva sempre più consapevole della propria rilevanza e autonomia, dall’altra la coscienza di far parte di una comunità sopranazionale, anzi universale. Proprio come organismo internazionale la Chiesa ha dovuto poi confrontarsi con l’Onu, un’istituzione inizialmente guardata con sospetto e poi divenuta un interlocutore privilegiato attraverso il quale far giungere la voce dei cattolici all’umanità. Un capitolo inedito della politica della Santa Sede si apriva con il dialogo interreligioso iniziato al Vaticano II e perseguito con tenacia dall’attuale pontefice. Ai nostri giorni il rapporto tra Chiesa e islam, tra Chiesa, ebraismo e Israele non solo è uno dei punti cruciali dell’impegno vaticano, ma un nodo centrale al quale molti vedono legata la sorte della pace nel mondo. La Chiesa, dunque, non ha un’unica politica ma una molteplicità di opzioni che sono andate crescendo nell’arco di tempo che va da Pio XII a Giovanni Paolo II. Un’analisi lucida e problematica, un contributo di riflessione per la futura azione politica della Chiesa.
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