Fonte: Famiglia Cristiana
Siamo uno degli Stati fondatori, ma rimaniamo fuori dai giochi per motivi politici ed economici. L’editoriale di Andrea Riccardi si concentra sul ruolo del nostro Paese all’indomani delle elezioni europee.
L’Italia repubblicana è stata da sempre in Europa e dentro il processo di unificazione europea. È un Paese fondatore e, ora, con una Brexit piuttosto certa, uno dei tre Stati più grandi, con Germania e Francia. Anche se – com’è noto – sul nostro Stato pesa un fortissimo debito pubblico. L’Italia è stata sempre interna alle dinamiche europee: nella prima Repubblica era ancorata all’internazionale democristiana e con un saldo rapporto con i cristiano-democratici tedeschi.
Durante la seconda Repubblica, l’ancoraggio di Silvio Berlusconi ai popolari europei e del Pd ai socialisti garantiva che l`Italia fosse influente e interna alle decisioni e maggioranze dell`Unione. Ora molto è cambiato: a livello politico e nel sentire degli italiani. Questi sono stati sempre europeisti. Uno storico francese, Jean Dominique Durand, ha scritto anni fa che l`europeismo degli italiani era rafforzato dallo scarso senso nazionale.