Fonte: Corriere della Sera
ROMA — Alla fine il governo ha deciso di puntare sui più deboli: bambini e anziani, non autosufficienti. Ottantuno milioni di euro tutti quanti a loro disposizione. Andrea Riccardi, ministro per l'Integrazione con delega alla famiglia, ha dato ieri la benedizione ad un piano che da anni e anni si era sempre arenato fra polemiche e indecisioni: il piano per la famiglia, appunto.
La famiglia che si intende è quella descritta dall'articolo 29 della Costituzione, ovvero quella fondata sul matrimonio. Con un'eccezione per i più piccoli: è un bambino su quattro che oggi secondo le statistiche nasce al di fuori di un matrimonio tradizionale. E su questo il ministro Andrea Riccardi non ha avuto dubbi: «I bambini sono bambini in qualunque famiglia arrivino».
Ottantuno milioni da dividere per venti Regioni e per investimenti sugli asili nido, le materne, gli aiuti e le assistenze agli anziani nelle loro abitazioni. C'è anche un capitolo dedicato ai consultori dove si progetta un potenziamento e una riorganizzazione di queste strutture e un altro dedicato all'immigrazione nel quale si prevede di erogare una serie di sostegni alle famiglie immigrate. Per quanto riguarda il capitolo fondamentale dell'equità fiscale, il piano non prevede interventi specifici ma rimanda al decreto legge sulle semplificazioni fiscali in discussione alla Camera.
Le statistiche ci dicono che in Italia ci sono 24 milioni e 288 mila famiglie. E che poco più di una famiglia su quattro (il 28,4% per la precisione) è composta da un solo membro. E quindi: più della metà di queste famiglie mononucleari (il 54,6%) sono composte da persone con più di 6o anni. Di bambini ce ne sono in circolazione molto meno: appena 5 milioni e 800 mila le famiglie con minori.
«Questo piano è un'inver sione di tendenza nelle politiche della famiglia», ha commentato il ministro Riccardi. E ha aggiunto: «Gli ottantuno milioni che siamo riusciti a reperire non sono certo un transatlantico ma in questo momento di magra è stato davvero molto duro trovarli». Ottantuno milioni che finiranno nelle mani delle Regioni e quindi dei singoli Comuni: il ministero di Riccardi ha stilato un piano di quaranta pagine per suggerire agli enti locali le linee guida da seguire nella ripartizione dei fondi.
Il ministero, in questa fase, finanzierà soltanto gli asili nido, le scuole materne e le assistenze domiciliari per anziani non autosufficienti. Ma non ha voluto dimenticare di indicare a Regioni e Comuni i criteri per individuare le priorità di finanziamento per gli interventi urgenti.
Tre le aree individuate dal piano per la famiglia: le famiglie con minori con particolare riferimento alle famiglie numerose; le famiglie con di sabili e anziani non autosufficienti; le famiglie con disagi conclamati sia nella coppia sia nelle relazioni genitori-figli.
«I fondi che abbiamo stanziato per la famiglia non sono certo pochi», ha sottolineato il ministro Riccardi. E poi ha spiegato: «Ma abbiamo preferito tagliare le spese, il superfluo, la convegnistica e la rappresentanza concentrando tutte le risorse sul problema dell'età prescolare dei bambini e degli anziani per aiutarli a restare nelle loro case e nelle loro famiglie».
L'intesa per questo stanziamento è stata siglata ieri con le Regioni in una conferenza unificata insieme con i Comuni. È la prima volta che il nostro Paese, a differenza di mol-li altri Stati europei, ha un piano nazionale per le politiche familiari, inteso come quadro organico di politiche per il medio termine rivolte alle famiglie.