Fonte: Avvenire
La porta della chiesa di San Francesco, colpita due settimane fa da una bomba rudimentale che ha che ha sfregiato la cupola, sarà la porta del Giubileo per la comunità cristiana siriana.
Andrea Riccardi, una scelta che pare un azzardo: celebrare la riconciliazione, la misericordia ad Aleppo. Come «attraversare» veramente questa porta?
Sembra che la misericordia abbia lasciato la Siria e con la misericordia l`umanità. La misericordia tra i siriani che si uccidono tra di loro e sono uccisi dagli stranieri, cristiani uccisi ma anche tantissimi musulmani ed altre minoranze. Ma sembra anche che la misericordia verso la Siria e verso i siriani sia stata abbandonata: fino a ieri, fino all`incontro di Vienna, c`è stato un disinteresse quasi totale. Credo sia stato un disinteresse colpevole perché si sarebbe potuto fare di più, si sono escluse alcune delle parti in causa. Quando si fa la pace si trovano sempre molte mani sporche di sangue. In Siria moltissimi hanno le mani sporche di sangue, chi più chi meno, ma si deve far sì che quelle mani si incontrino e si stringano, almeno il più possibile. Fino all`incontro di Vienna c`era l`esclusione dei russi e di altri: insomma, non siamo stati realisti.
Con quali conseguenze?
Tutto questo il popolo siriano lo ha pagato a un carissimo prezzo. E in fondo l`Europa si è accorta del dramma siriano solo per il misero numero di 200mila rifugiati che sono stati chiamati una invasione: io ritengo questo una vergogna.
C`è chi propone di aggiungere ai nove punti del piano di pace Onu, un punto speciale per Aleppo. Una proposta realista o velleitaria?
E quello che ho proposto io quando ha lanciato nel giugno dell`anno scorso l`appello «Save Aleppo» che ha trovato molto consenso di opinione pubblica, ma non ha trovato alcuna concretizzazione diplomatica. Quel-li che potevano lavorarci, in realtà, non ci si sono dedicati molto.
Le 5mila firme raccolte per «Save Aleppo» che ripercussione hanno avuto?
Di tenere aperta una finestra di attenzione verso la Siria. Io sono convinto che si esce dalla guerra facendo pace zona per zona, pacificando le aree. Oggi forse una pace globale è impossibile anche per la presenza dell`Is ma bisogna lavorare zona per zona e salvare quello che resta. Però ci sono state perdite umane e ambientali irrimediabili. Questo è stato gravissimo e aver lasciato scoppiare e crescere la guerra lo paghiamo tutti: noi mediterranei ed europei, vicini arabi e turchi, tutti. Per questo serve una mobilitazione per la pace in Siria: siamo stati timidi, non abbiamo chiesto pace.