Fonte: Oggi
Ministro Riccardi, si parladi un milione di italianidipendenti dal giocod'azzardo.E intanto, nuovesale gioco spuntanoovunque(anche davanti alle scuote) eogni giorno nasce una nuova«lottery». Siamo in pienaemergenza sociale: è venutoil momento di dire basta?
«Non c'è dubbio che il gioco d'azzardo stia diventando, per molti italiani, una vera e propria malattia, una dipendenza con conseguenze simili alla droga. Particolarmente esposti sono gli appartenenti a categorie deboli: giovani, disoccupati, famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese, anziani soli. Nelle scorse settimane si citava il caso di un anziano che in poche ore ha dilapidato al gioco 60 mila euro, i risparmi di una vita. Con il ministro della Salute, Renato Balduzzi, c'è grande sintonia sulla gravità del fenomeno e sulla necessità di un intervento serio. E i nostri uffici stanno lavorando insieme per studiare cosa si può fare».
Cosa sta facendo il governo per intervenire su questo problema? Proibirete la pubblicità, come lei aveva ipotizzata?
«Personalmente sono convinto che la pubblicità dovrebbe essere proibita, come già accade con le sigarette. In subordine, penso che sia necessario tutelare soprattutto i più giovani, vietando la pubblicità televisiva nelle fasce protette. Un'altra idea su cui stiamo lavorando è quella di prevedere negli spot una sorta di avviso sugli effetti collaterali del gioco, un po' come accade con i farmaci. In più, occorrerebbe una operazione di trasparenza: se compro un biglietto che promette una vincita milionaria, devo anche sapere quanti biglietti sono stati emessi e quali sono le probabilità reali di vincita».
Sono in programma campagnedi informazione e prevenzionedella dipendenza attraversoradio, tv, giornali?
«Come ministro con la delega ai giovani, sto pensando da tempo a una specifica campagna destinata ai ragazzi che passano troppo tempo al computer: lo slogan potrebbe essere "vivion life, nononline". Credo sia necessario intervenire in qualche modo anche sulla ludopatia».
Ilgioco d'azzardo porta allecasse dello Stato 90 miliardidi eurol anno: il problema del conflitto d interessi esiste. L'ultima campagna contro gli eccessi sul gioco d'azzardo l'ha fatta l'Aams. E il dvd distribuito nelle scuole recitava «Il gioco d'azzardo risponde ai primordiale bisogno di vincita dell'uomo». Se verranno fatte campagne di informazione contro gli eccessi da gioco, a chi dovrebbero essere affidate?
«Ci sono degli spazi previsti per campagne istituzionali di sensibilizzazione che la legge affida ai ministeri. Io penso soprattutto a queste».
Lo Stato non dovrebbe forseintervenire economicamenteper sostenere gli enti pubblicie privatiche curano la dipendenza, come si fa in altri Paesi europei?
Penso che sia giusto che lo Stato, incassando molti fondi dal gioco d'azzardo, debba occuparsi di quei cittadini che rimangono impigliati nella rete della dipendenza, che si indebitano e che finiscono, spesso, nelle mani degli usurai».
Da dove pensa che nasca tutta questa febbre da gioco?
«Da un'attesa miracolistica, da un miraggio di un facile, improvviso e colossale guadagno, capace in un momento contrassegnato da una pesante crisi economica di risolvere come per incanto tutti i problemi. È un messaggio particolarmente diseducativo: intanto, perché il denaro non è tutto; poi perché la ricchezza è frutto del lavoro quotidiano e del sudore della fronte. Infine, perché per rincorrere il miraggio, si finisce per dilapidare i risparmi, peggiorando la propria situazione patrimoniale».