Fonte: Città Futura
DALL`ITALIA – Sono ormai diversi anni che operi con la Comunità di Sant`Egidio. Come è nata questa collaborazione?
Ho conosciuto la Comunità nel 1974 in un periodo in cui sentivo il bisogno di dare un senso alla mia vita attraverso un impegno personale e comunitario per cambiare il mondo. Le situazioni di solitudine, abbandono, povertà, violenza, sia vicine che lontane, toccavano i miei sentimenti, suscitavano un senso di ribellione verso quel tipo di società che si stava affermando. A mio avviso, erano domande che richiedevano risposte concrete e vere, non ideologiche. Per me la solitudine di un anziano o l`abbandono di un bambino in istituto o la guerra in Vietnam o la fame in Africa, erano prima di tutto un invito a chiedermi cosa potessi fare io, personalmente. La risposta è stata molto semplice, una risposta umana e concreta: stare accanto! Cioè, andare in istituto, visitare gli anziani e i bambini, raccogliere risorse per combattere la povertà e, contro ogni guerra, amare la pace e sensibilizzare l`opinione pubblica. Fu così che ebbi l`occasione di conoscere in maniera casuale ma direi provvidenziale la Comunità di Sant`Egidio, di condividerne lo spirito, di essere attratto dalla simpatia e di legarmi ad essa in un rapporto di amicizia e fraternità che è cresciuto col passare degli anni.
Quali sono i vostri valori?
La Comunità nasce nel ‘68 nel liceo Virgilio di Roma. I tempi sono quelli della contestazione giovanile. Si parla di rivoluzione, di cambiamento, di protagonismo dei giovani. Ma sono anche i tempi del Concilio Vaticano II, un vento nuovo inizia a soffiare nella chiesa. Andrea Riccardi, all’epoca studente liceale, propone ai suoi amici di iniziare una “rivoluzione”, li invita ad aprire la Bibbia e ascoltare la Parola del Signore. Non la concentrazione su se stessi o il protagonismo dell’uno o dell’altro, ma l’ascolto di una Parola che diverrà autorevole per lo sviluppo della Comunità. Il Vangelo viene preso sul serio e da qui scaturisce l’attenzione ai piccoli, agli ultimi, agli emarginati. Il servizio gratuito ai poveri diviene fedeltà ad un’amicizia, ad un nome, ad una persona. Dunque, Vangelo, poveri e amore per l’umanità nel suo complesso, sono i riferimenti attraverso cui cresce e si sviluppa la Comunità nel mondo. E termini come amicizia, gratuità, solidarietà, fraternità, sono i valori che ispirano Sant’Egidio e che attirano tanta simpatia attorno alla Comunità che diviene un movimento senza frontiere, aperto e dialogante con tutti. Non è un caso che molti, anche se non facenti parte di Sant’Egidio, chiedono di aiutare, di dare una mano, di seguire una pratica, di portare i panini ai barboni, di servire alle mense, o come avverrà nel prossimo Natale di essere utili nei tantissimi pranzi che si faranno in ogni parte del mondo. Lo scorso anno abbiamo messo a tavola 120.000 poveri nel mondo con migliaia di volontari venuti a trascorrere un Natale diverso. La Comunità vive in questo modo, un’amicizia larga con tutti coloro che, aldilà del proprio credo e convinzioni, hanno nel cuore il desiderio di essere utile al bene comune e servire una causa umana nella quale si sperimenta come ci sia più gioia nel dare che nel ricevere.
Di che cosa vi occupate?
Tutto ciò che accade nel mondo ci interessa. All’inizio sono stati i poveri di Roma (anziani, bambini, disabili, zingari) e col cambiare delle condizioni generali, i mendicanti, i carcerati, gli stranieri… E poi con la crescita delle Comunità in Italia, in Europa e nel mondo ci siamo affacciati sulle grandi frontiere del mondo, le grandi questioni come quella del bene della pace. Senza smettere di servire i poveri, ci siamo impegnati in differenti regioni del mondo in negoziati e trattative felicemente concluse. In Mozambico ad esempio la Comunità si è coinvolta per far cessare una guerra che aveva fatto circa 1,5 milioni di vittime. La pace è stata firmata a S.Egidio il 4/10/1992 e questo rimane ancor oggi uno dei pochi esempi di un conflitto concluso tramite colloqui di pace nell`Africa dell`ultimo decennio.
E poi il Programma DREAM, (acronimo di Drug Resource Enhancement against Aids and Malnutrition), un programma ad approccio globale per curare l’Aids in Africa, avviato nel febbraio 2002, programma del quale ad oggi hanno usufruito circa un milione di persone. Non lo dico per vantarci, cito questi dati perché mostrano che è possibile curare e cambiare le cose anche contro ogni pregiudizio e rassegnazione da parte dell’occidente ricco.
Inoltre abbiamo lanciato il Programma BRAVO! (Birth Registration for All Versus Oblivion) per la registrazione anagrafica di tutti i bambini. In Burkina Faso siamo arrivati a registrare 3 milioni di persone ed ora il Programma è attivo anche in altri paesi. Il nostro sogno è di registrare tutti i bambini africani. Ti sembra un sogno? Si, io credo di si! Un sogno che si realizza assieme ai tanti altri che abbiamo per il mondo e nel mondo come l’abolizione della pena di morte, un traguardo a cui ci stiamo avvicinando velocemente.
Insomma, noi non siamo specialisti di questo o quel tema, ma siamo anzitutto amici di Gesù e appassionati dell’umano. Ciascuno di noi, anche se si occupa di grandi questioni, non perde mai il contatto con la realtà vicina e con il proprio amico anziano in istituto. Responsabilità di ognuno è quella di vincere l’ignoranza e dunque leggere, conoscere, informarsi, ossia appassionarsi alla cultura dell’umano e per questo anche ogni piccolo gesto è importante. Niente di ciò che si fa per il bene comune è perduto, inutile, insufficiente. Si legge nel Talmud: “Chi salva una vita salva il mondo intero”. E per il Vangelo, anche un solo bicchiere d’acqua dato ad un assetato vale più di tante altre mille azioni.
Il nuovo Presidente del Consiglio Mario Monti ha scelto il fondatore Andrea Riccardi come Ministro per la cooperazione internazionale e l`integrazione. Vi aspettavate questa nomina?
Rispondo con le parole di Mario Marazziti, portavoce della Comunità:
“La Comunità di Sant`Egidio, come è noto, partecipa da sempre, con libertà e con responsabilità alla vita del Paese nel suo complesso, nella società civile. Come tutti, con passione, con preoccupazione, senza sottrarci a quello che anche nell`emergenza andava fatto, seguiamo anche noi non solo le grandi sfide della pace e dello sviluppo a livello internazionale, ma anche le difficoltà straordinarie che il Paese si trova ad attraversare. Dalla parte di quelli che hanno avuto e hanno più difficoltà. È un passaggio di difficoltà straordinarie per l’Italia, ma anche una grande chance, per scelte coraggiose. È in corso una crisi che da tempo attacca anche sogni e progetti per il futuro delle giovani generazioni. In alcuni casi una crisi di credibilità che i mercati hanno punito oltre misura e oltre l`immaginazione, regolarmente creando ancora più problemi. Ritrovare le ragioni comuni, la capacità di convivere e di essere un paese che anche nelle difficoltà sa essere generoso, attento a quello che è umano, con una visione e una responsabilità verso tutti.
A sorpresa anche per me. Ad Andrea Riccardi è stato richiesto di dare un contributo straordinario, come Ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione. È una responsabilità in più e mi sembra un segnale molto significativo della qualità del nuovo governo. Nuovo non solo perché appena annunciato e presto insediato, ma perché innovativo nella struttura e nei compiti che si dà. Cooperazione Internazionale e Integrazione: mi sembra che si dia centralità a qualcosa di importante e che finora è stato ritenuto accessorio, un lusso, qualcosa di non necessario. Mi sembra un segno di speranza per tutti, nella giusta direzione”.
Per la tua conoscenza personale, credi che Riccardi possa dare il giusto apporto a questo nuovo Governo?
Non ho alcun dubbio. Il prof. Riccardi è una delle personalità nazionali di maggiore spicco in campo internazionale. Autore tradotto in molte lingue, ha insegnato Storia Contemporanea nelle Università di Bari, la Sapienza di Roma e presso la Terza Università degli Studi di Roma. Considerato uno dei maggiori esperti della Chiesa contemporanea e del dialogo tra religioni e culture, esperto del pensiero umanistico contemporaneo, è voce autorevole del panorama internazionale come testimoniano le lauree honoris causa che ne hanno accompagnato il percorso scientifico, dall’Università di Lovanio alla Georgetown University.
La rivista “Time” nel 2003 ha inserito Riccardi nell’elenco dei trentasei “eroi moderni” d’Europa, coloro che si sono distinti per il proprio coraggio professionale e impegno umanitario.
Andrea Riccardi è stato insignito il 18 novembre 2004, dalla Fondazione Internazionale Premio Balzan, del Premio Balzan 2004 per l`umanità, la pace e la fratellanza fra i popoli, lo stesso Premio che ricevette Papa Giovanni XXIII nel 1963. Il 21 maggio 2009 è stato insignito del Premio Carlo Magno (KarlPreis), che viene attribuito a persone e istituzioni che si sono particolarmente distinte nella promozione di una Europa unita e nella diffusione di una cultura di pace e di dialogo. In questi anni sono stati premiati soprattutto statisti europei come Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer, Winston Churchill, Robert Schuman, Carlo Azeglio Ciampi e Angela Merkel. E’ tra i pochi non politici ad avere ottenuto il premio. Per la sua attività internazionale, soprattutto in Africa, Andrea Riccardi ha poi ricevuto il Premio UNESCO per la pace Houphuet Boigny.
Conosco Andrea Riccardi personalmente e credo che darà un preziosissimo apporto all’opera di questo nuovo governo per quanto riguarda il lavoro collegiale e di certo nella responsabilità a cui è stato chiamato. Credo che ci sia assoluto bisogno di una ripresa della cooperazione con il sud del mondo abbandonato e ignorato da troppo tempo. Credo anche che c’è bisogno di un impegno maggiore e serio per favorire l’integrazione necessaria al bene comune, al vivere insieme in un`Italia unita e solidale. Bene ha fatto Riccardi come suo primo gesto a recarsi a Villa Literno sulla tomba di Jerry Masslo: «La morte di Jerry, ha detto Riccardi, ha rappresentato una parabola. Dopo essere scappato dall`orrore razzista del Sudafrica è morto in una brutta storia di caporalato. Una tragedia che ha fatto prendere coscienza della sofferenza degli immigrati e dalla quale sono nati fatti positivi come la legge Martelli e l`apertura ai profughi di tutto il mondo».
Ma io penso che non ci si può fermare al lavoro fatto. È necessario continuare su questa strada ed arrivare ad una vera integrazione. L’Italia ha bisogno degli immigrati e deve dimostrare di saperli accogliere a partire, come ha ricordato il Presidente Napoletano dal riconoscimento della cittadinanza italiana ai bambini immigrati nati in Italia. Il Ministro Riccardi è all’altezza delle responsabilità che gli sono state affidate e di certo non gli mancano le capacità per affrontare questi temi nonché la capacità di trovare la più ampia convergenza per il bene e l’interesse del nostro paese.
Cambierà qualcosa nell`operare della Comunità di Sant`Egidio?
A parte che vedremo un po’ meno il nostro Andrea Riccardi, la Comunità continuerà ad operare come sempre e sicuramente con più generosità vista la responsabilità che sentiamo di condividere con lui. Nostro compito continua ad essere quello di comunicare il Vangelo, servire i poveri, lavorare per il dialogo e la pace, unire gli uomini ed i popoli, rendere il mondo più umano. Tutti siamo chiamati a realizzare questa opera, nessuno può dirsi inadatto e tirarsi indietro. Il segreto è lavorare insieme e portare con gioia i pesi gli uni degli altri.