di gigasweb
Fonte:
La Repubblica
ROMA -«La riforma della cittadinanza richiede ampio consenso e non credo che lo "ius soli" lo abbia in questo momento».
Andrea Riccardi ha da poco passato il testimone di ministro dell`Integrazione a Cecile Kyenge. Il fondatore della Comunità di Sant`Egidio è «felice di avere come successore il primo ministro italiano d`origine africana», ma non manca di notare che «la poligamia nel nostro Paese non potrà mai ssere un valore».
Come valuta la nomina della ministra Kyenge?
«Nell`ultimo anno e mezzo ho notato un cambio di mentalità generale riguardo i migranti, che ha portato ad abbassare i toni allarmistici e a dare la giusta valutazione al loro apporto al nostro Paese. Mi auguro però che questa nomina non si riduca solo a un simbolo, ma segni una crescita di coscienza reale dell`intera amministrazione politica. Non mancherà infatti di trovare sorde resistenze burocratiche e politiche. I poteri del suo ministero sono stretti tra quelli del Lavoro e dell`Interno. Lo dico per esperienza, anche se io avevo un buon accordo con il ministro Cancellieri. Non solo. La nostra burocrazia sull`immigrazione è ancora legata a una logica di sicurezza. Basta vedere come sta andando l`emersione degli irregolari dello scorso autunno: su 80mila domande lavorate ne sono state accolte meno di 30mila, seguendo criteri troppo restrittivi. E senza curarsi che così molti lavoratori stranieri, per lo più domestici, rimarranno nel limbo dell`irregolarità».
Cosa ne pensa dell`impegno a favore dello "ius soli" della Kyenge?
«Sono favorevole ma credo che in questo Paese, poroso e di transito per i migranti, vadano evitate forme di automatismo. Io ho parlato di "ius culturae", ossia la cittadinanza concessa ai nati in Italia solo dopo aver concluso un ciclo scolastico. Questa riforma mi sembra ottenere maggiore consenso ed è più adeguata alla situazione italiana».
E sull`abrogazione del reato di clandestinità?
«Ma quello già è stato smontato dalla Corte costituzionale».
Concorda con Kyenge che 18 mesi chiusi in un Cie sono troppi?
«Certo, è un assurdo. I centri d`espulsione vanno ripensati relegandoli a una lo gica di extrema ratio».
La ministra dell`Integrazione è stata attaccata anche per le sue affermazioni sulla poligamia.
«Cecile ha solo mostrato una giusta considerazione positiva della sua storia familiare. Nulla più. Ma certo nel nostro Paese la poligamia non potrà mai essere considerata un valore. A maggior ragione in un periodo come questo in cui si discute giustamente delle tante, troppe, donne oggetto diviolenze. La mono gamia è un`acquisizione storica della nostra civiltà. Questi sono i nostri valori che devono valere per tutti: vecchi e nuovi italiani».