Fonte: La Repubblica
«Questo non è un piccolo episodio, ma uno sterminio sistematico. Se muore un uomo, muore il mondo. Ma qui quanti uomini, donne e bambini stanno perdendo la vita?». Da Napoli, dove in qualità di fondatore della Comunità di Sant`Egidio ha organizzato assieme all`Arcidiocesi un convegno sugli amici dei poveri, Andrea Riccardi ha seguito con apprensione le notizie provenienti dalla Nigeria.
L`Africa è un continente al quale il ministro per la Cooperazione internazionale e per l`Integrazione presta un`attenzione particolare.
Perché la Nigeria?
«Perché è un Paese complesso. Un grande Libano di convivenze fra cristiani e musulmani con una frammentazione forte, non risolta dal federalismo. Un Paese ricco di petrolio, ma anche di grandi povertà. Dove il movimento fondamentalista islamico di Boko Haram vuole la pulizia etnica al nord, e i cristiani sono l`obiettivo».
Per quale motivo?
«Perché sono cristiani. Perché colpirli fa notizia nel mondo. E perché si vogliono egemonizzare i musulmani in un jihad anticristiano. Una situazione esplosiva».
E ogni domenica a essere prese di mira sono le chiese.
«I cristiani diventano facile preda. Al vescovo di Jos i suoi fedeli dicono: "Non dobbiamo armarci". Oggi però mi ha colpito il fatto che da parte dei cristiani ci sia stata una risposta».
Gli attentati hanno infatti innescato delle rappresaglie contro i musulmani, linciati e uccisi sul posto.
«È chiaro che esiste il diritto di una legittima difesa e nessuno può chiedere ai cristiani di essere martiri. Ma Boko Haram vuole provocare un fronte anti-cristiano che egemonizzi i musulmani locali nigeriani. Quello che su scala più grande faceva Al Qaeda».
È una situazione che qualcuno può gestire?
«Questi cristiani appaiono come vittime agnellari: i bambini uccisi, nel momento più sacro della funzione religiosa. Insomma, una situazione che rischia di spaccare la Nigeria».
Di chi è la responsabilità?
«Questa è la strategia perversa di Boko Haram: colpire i cristiani e provocare una guerra civile. Del resto, nel Mali del nord si è costituito ad esempio uno stato islamico. Poi, sono stati colpiti anche luoghi musulmani e le scuole. È evidente che la Nigeria è un Paese che non riesce a far rispettare l`ordine e a proteggere le minoranze».
Padre Federico Lombardi parla di attacco «inaccettabile». La Santa Sede può incidere in qualche modo?
«Credo che la Santa Sede non abbia gli strumenti operativi per farlo. Ma richiama piuttosto, com`è giusto fare, la comunità internazionale e la Nigeria alle proprie responsabilità».