Fonte: Corriere della Sera
ROMA — «Cambiare se stessi per cambiare il mondo. In questo sono senz'altro un figlio del '68, ma scoprire il Vangelo è stato scoprire la via, la strada per questo cambiamento, un Vangelo che ci veniva porto dalla Chiesa del Concilio, simpatetica e cordiale». Andrea Riccardi ricorda quell'anno, e quelli che lo seguirono, quando «all'iniziale ingenuità dello stato nascente, della richiesta di cambiamento, il percorso di molti finì nell'ideologia e nella violenza». Mentre per lui e per i suoi amici continua ad essere ancora adesso la presenza «del gratuito». Quarant'anni fa — spiega – il «gratuito era contro la logica dell'ideologia, del calcolo, del tutto è politica, tanto è vero che i marxisti ci accusavano perché noi andavamo nelle periferie di Roma e del mondo ad alleviare le sofferenze dei poveri». Adesso «la logica del gratuito è contro la logica del profitto, del tutto è mercato, del tutto è denaro».
«Ma — continua Riccardi — dal '68 siamo poi passati al '78, al grande incontro con Giovanni Paolo Il». Adesso continua l'impegno in Africa e in quasi tutti i paesi europei. Anzi, l'Europa è la «nuova» frontiera di Sant'Egidio. «L'Europa è ormai insterilita e ripiegata su se stessa: dopo la caduta del Muro non è riuscita — sostiene il fondatore della Comunità a trovare una sua vocazione che io vedo legata al destino dell'Africa. Mi piace parlare di Eurafrica». Un secondo fronte del futuro è invece Cuba «dove siamo già presenti».
M.A.C.