Fonte: AscaNews
ASCA) – Roma, 19 apr – Giuseppe Toniolo, prossimo beato, rappresenta una figura-chiave per il laicato cattolico italiano e per l'impegno di questi nella societa' civile e politica. A ricordarne tratti e intuizioni, a pochi giorni dalle celebrazioni per la beatificazione, e' il ministro della cooperazione internazionale e dell'integrazione, Andrea Riccardi, tra i fondatori della Comunita' di Sant'Egidio.
D. – Prof. Riccardi, il prossimo 29 aprile Giuseppe Toniolo verra' proclamato beato. Quale, a suo giudizio, il messaggio che sale da questa glorificazione? Riccardi – ''La figura di Toniolo e' una figura di spessore, di grande rilievo.
Professore di economia politica, credente impegnato prima con l'Opera dei Congressi poi con l'Unione Popolare, tra gli iniziatori delle Settimane Sociali, davvero uomo di 'azione cattolica', Toniolo ha inciso profondamente sul modo con cui il cattolicesimo si e' proposto durante tutto il secolo scorso, in particolare in Italia. Non credo, dunque, si possa parlare di un solo messaggio, ma di una pluralita' di spunti che la sua beatificazione propone. Se poi vogliamo scegliere il principale di questi, direi che nella sua attivita' possiamo vedere un esempio di come essere quelle 'minoranze creative che determinano il futuro', di cui ha parlato Benedetto XVI. Toniolo e' stato un apostolo dell'iniziativa cristiana. La sua elaborazione e' oggi superata, per tanti versi. Ma c'era in lui quella fede che ambisce a farsi cultura, una tensione su cui insisteva molto Giovanni Paolo II''.
D. – In che senso la sua figura puo' essere considerata un esempio per il nostro tempo? E in cosa, invece, e' superata? Riccardi – ''Senz'altro e' datato un certo tono apologetico – nel 1908, di fronte alle agitazioni agrarie emiliane, commentava: 'Guai a chi arriva secondo' -. E il quadro culturale in cui Toniolo operava, che non e' quello attorno a cui ruota il dibattito odierno. D'altra parte Toniolo e' stato un convinto assertore della possibilita' di costruire una civilta' animata dai principi cristiani. Perche' le idee – diceva – muovono la storia. E qui c'e' la sfida di sempre del cristiano, l'aspirazione a cambiare il mondo con i mezzi pacifici del Vangelo. Per Toniolo il credente si doveva inserire di piu' all'interno della societa' italiana, e farlo a fianco delle sue fasce piu' deboli. Ritengo che questa tensione all'edificazione di una societa' piu' giusta, dove l'economia non dimentichi l'etica, parli anche al nostro tempo. E la riflessione dell'Azione Cattolica ha spesso posto in evidenza alcuni punti ''forti'', e belli, del pensiero di Toniolo: la centralita' della persona umana, il primato dell'essere sull'avere, la ricchezza come mezzo e non come fine. Il professore credeva in 'un'economia umana' ….''.
D. – Quello che dice tocca da vicino l'essere laico del Toniolo. Come sa non sono molti i laici saliti agli onori degli altari. La sua beatificazione sara' una sottolineatura di cio' che il laico cristiano puo' dare alla Chiesa ed alla societa'? Riccardi – ''Beatificazioni e canonizzazioni non possono essere contabilizzate per categorie. Perche' una glorificazione non e' una sorta di premio Nobel conferito dalla Chiesa, bensi' un'autorizzazione di culto. Ed e' piu' facile che tali autorizzazioni vengano richieste da gruppi ecclesiali piu' organizzati, come le congregazioni religiose.
Ma e' vero che ogni figura che sale agli onori degli altari parla in maniera differente. E che nel caso di Toniolo ci troveremo presumibilmente di fronte a una proposizione agiografica centrata sul suo essere un laico cristiano nel mondo. Su tale strada la Chiesa indichera' un esempio in piu'. Che si affianchera' a tanti altri esempi forniti da santi laici e non laici. Toniolo, ad ogni modo, aveva chiaro quanto il laico cristiano puo' essere portatore di un progetto per la societa'. La citta' dell'uomo, cosi' pensava, poteva davvero avvicinarsi alla citta' di Dio. E questo – nella sua prospettiva spiccatamente preconciliare – era appunto il compito del laico cristiano''.