Fonte: Avvenire
All`interno delle valutazioni espresse dalla Cisl sulla formazione del Governo Monti, è utile fare alcune considerazioni sulla nomina del ministro per la Cooperazione e l`Integrazione, Andrea Riccardi. C`è apprezzamento su una duplice scelta che denota la capacità politica del nuovo Governo di collocarsi nel «cambio d`epoca» che stiamo vivendo. Questo periodo storico è caratterizzato da un mondo globalizzato interdipendente e interconnesso nel quale «i confini del diritto non coincidono con i confini del mercato». Serve individuare un percorso che ci porti a una nuova visione globale dei diritti, delle opportunità e del «ben-essere» capace di risolvere le disparità e le distorsioni dell`attuale modello di sviluppo che crea ingiustizie, fame, miseria e tensioni sociali che minano la pace, la democrazia, la libertà e la sicurezza.
La sfida che abbiamo di fronte è quella di costruire un nuovo "patto di civiltà" che sappia trovare la combinazione tra le potenzialità tecnologiche, economiche, finanziarie e produttive, e i necessari mutamenti complementari nella organizzazione politica, istituzionale e sociale. La ricerca verso un "nuovo umanesimo" passa attraverso questa strada, superando la cultura del liberismo economico, dell`individualismo e dell`utilitarismo che premia Paesi e individui che godono di una posizione di vantaggio economico e finanziari: le tre persone più ricche del mondo hanno un reddito pari a 49 Paesi più poveri del globo. Questo tipo di cultura ci ha portato ad un grande stravolgimento etico-morale per cui le forze materiali vengono dotate di vita spirituale e l`esistenza umana viene avvilita a forza materiale.
La cooperazione internazionale è uno strumento che aiuta al superamento di tutt ciò attivando quell`idea di solidarietà intesa come reciprocità e bene comune sostanziando una cooperazione sociale e un`idea di sviluppo meno attenta alle leggi dell`economia e più vicina ai bisogni delle persone. Quest`idea di cooperazione trova un suo valore aggiunto nella ricomposizione proprio con l`integrazione. In un mondo interdipendente tuttoè intrecciato, le culture sono in continuo movimento al di là dei confini e in rapporto inscindibile tra globale e locale. Tale vicinanza e interdipendenza deve generare "nuovi baccelli" capaci di contenere le molteplici identità creando interazione, fraternità, convivenza. Oggi, l`identità non può portare separazione che presuppone coesistenza senza convivenza ma è qualcosa di "impuro", è il prodotto dell`intreccio di diverse culture che entrano in rapporto fra loro per costruire insieme quella ricerca di verità autentiche in cui la ragione diventa la forza filosofica capace di praticare la conoscenza di sé e degli altri, organizzando l`incontro tra diversità senza nessun confine di luogo, religione, etnia ma con un agire culturale cosmopolita. Del resto, Emmanuel Kant sosteneva, già alla fine del 1700, la necessità di individuare forme di governo universale. «Viviamo in un pianeta rotondo…», «…tanto più ti vuoi allontanare da una parte, tanto più ti avvicinerai all`altra… è la stessa Natura che ci porta ad individuare forme di governo universali». È, in tutto questo, che si deve caratterizzate la convinzione politica sul senso e il ruolo della mission del ministro Riccardi, come elementi intrinseci alla politica internazionale orientando la politica di cooperazione-integrazione ai temi dello sviluppo sostenibile, dell`occupazione, della pace, della democrazia, dell`inclusione e partecipazione, della giustizia sociale, dei diritti fondamentali umani del lavoro, del dialogo sociale. Sono questi i percorsi su cui, come Iscos Cisl, elaboriamo i nostri progetti e che, purtroppo, non hanno trovato altrettanta sensibilità nella recente gestione ministeriale, più sensibile alle multinazionali del business umanitario o a indebite commistioni con interventi militari, programmi commerciali ed economici.
La scelta del professore Andrea Riccardi, per la passione, competenza, preparazione, credibilità che caratterizza tutta la sua storia, è proprio per questo la scelta giusta. Certo, dovrà affrontare grossi problemi a partire da quello delle risorse ma troverà la strada per rinnovare l`identità della cooperazione italiana trasformandola in una attività su cui investire e non un costo su cui risparmiare. La sfida che abbiamo di fronte è quella di costruire insieme un nuovo "patto di civiltà".