14/06/2020 Senza dignità e diritti la rabbia esplode. L’allarme che arriva dall’omicidio di George Floyd

di Andrea Riccardi

Fonte: Famiglia Cristiana

La morte violenta dell’afroamericano George Floyd, il 25 maggio, a Minneapolis durante un’operazione di polizia, ha riacceso con virulenza la polemica sul razzismo negli Stati Uniti. Il fatto che Floyd sia stato ucciso dal poliziotto bianco Derek Chauvin, che ha a carico 18 denunce per violenza, ha provocato un’esplosione che attraversa gli States, con attacchi alle forze dell’ordine, saccheggi e incendi. Ogni anno purtroppo si registrano decine di casi di afroamericani o africani disarmati uccisi dalla polizia. Sono noti i casi del pestaggio del tassista Rodney King che provocò la rivolta di Los Angeles nel 1992 (50 morti); i gravi fatti di Ferguson, nel Missouri, dopo l’uccisione di Michael Brown nel 2014 o la morte di Jamar Clark a Minneapolis nel 2015, all’origine di settimane di proteste. Una catena di umiliazioni e violenze da interrompere.

È anche frutto del suprematismo bianco, del culto del possesso personale delle armi e dell’autodifesa. C`è una cultura diffusa in alcuni ambienti da cambiare.Malgrado le battaglie per i diritti civili degli anni ’60, i movimenti per l’uguaglianza, gli Stati Uniti sembrano non liberarsi dal fantasma del razzismo. Papa Francesco ha detto: «Non si può tollerare né chiudere gli occhi su qualsiasi tipo di razzismo», un «peccato», «nulla si guadagna con la violenza e tanto si perde». A ogni episodio violento seguono violenze. I sostenitori delle reazioni aggressive affermano: «Gli Usa non capiscono che il linguaggio della forza». Lo spettro dell’antica tratta degli schiavi, i fantasmi della guerra civile, l’ingessata mobilità sociale pesano sugli afroamericani. Il culto della violenza si ritrova in settori della polizia.

Lo stesso linguaggio pubblico spesso incita alla violenza e rischia di essere incendiario. Gli Stati Uniti sono anche una grande democrazia che, benché convulsamente alle prese con questa parte dolorosa della storia, ha saputo anche superarla. Quando tutto sembrava perduto e che il Paese si spaccasse, l`energia di convivenza e di dialogo hanno trionfato. Tale è la grandezza del Paese: vivere terribili contraddizioni sociali restando ancorato alle risorse della democrazia. Ora purtroppo siamo in una situazione al limite.

La propaganda dell’odio si incrocia con una crisi economica fortissima e con le conseguenze del Covid-19. Non si può più scherzare con la violenza, ci vuole una svolta.

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