di gigasweb
Fonte:
Famiglia Cristiana
Libertà Religiosa
Aleppo in Siria e Mosul in Iraq. Due città che rappresentano una tragedia. Qui i cristiani vivono da quasi due millenni. Ma da poche settimane a Mosul non si celebra più la Messa. Erano almeno 1.700 anni – forse di più – che c'era l'Eucaristia domenicale. I cristiani sono sempre rimasti. Oggi sono fuggiti spinti dai miliziani del califfato. Questi stanno realizzando uno Stato islamico da Aleppo a Baghdad, tra la Siria e l'Iraq. Non c'è posto per i cristiani che debbono scomparire e convertirsi all'islam. L'arcivescovado siro-cattolico di Mosul è stato assaltato e la biblioteca con preziosi manoscritti è stata bruciata. Sono abbattute le croci sulle chiese (destinate ad altri usi). Sulle case cristiane è stata segnata la "N" (di Nazara, cioè discepoli del Nazareno). Gli ultimi cristiani di Mosul non hanno accettato di convertirsi o di pagare la tassa speciale per i non musulmani. Fuggono insieme a tanti musulmani sunniti e a tutti gli sciiti (considerati rinnegati dai fondamentalisti). Mai, in quasi venti secoli, i cristiani erano stati così totalmente sradicati. Si vuole costruire un califfato islamico totalitario. Mi chiedo quale sarà la situazione della regione con il nuovo califfato. Con il vicino Iran sciita, ma anche con l'Arabia Saudita. Il Kurdistan è diventato, anche con le truppe nella piana di Ninive, un difensore per i cristiani e i rifugiati. Bisogna aiutare questo Paese.
L'ALTRA EMERGENZA: ALEPPO. In Siria, sono state svuotate degli "infedeli" sia la città di Rakka sia quella di Deir-es-Zor, dove vivevano tanti cristiani, tra cui gli armeni (deportati nel 1915 proprio a Deir-es-Zor). Mai una pulizia etnico-religiosa è stata così impietosa. Non lontano, resta Aleppo, affamata e assetata, circondata da milizie ribelli ad Assad, ma poco difesa dalle truppe del regime. Quale il futuro? Diventerà come Mosul? Ho lanciato un appello per Aleppo: farne una città dove non si combatte più. Una parte di Siria risparmiata dalla lotta armata. Sarebbe un primo passo, se non di pace, almeno di tregua. "