Fonte: Corriere della Sera
Gli zingari non sono inquietanti per la Chiesa. Benedetto XVI ieri li ha voluti incontrare personalmente: «Voi siete nel cuore della Chiesa», ha detto. Il Papa si muove ben al di là del quadro del dibattito politico che ha additato i rom come minaccia. Non solo Milano «zingaropoli», ma l' antigitanismo di vari Paesi europei. Si dice che, sugli zingari, si possono perdere le elezioni. È bene, allora, mostrarsi duri. Ma la questione rom non è così irrisolvibile. In Italia sono meno di 150.000, per metà cittadini italiani. Bisogna guardarli in faccia nelle loro vere dimensioni e aspirazioni. L' idea romantica di zingari nomadi è da archiviare. La maggioranza vive senza futuro, in una cultura marginale. È grave, quando la metà di loro sono bambini o giovani. La Chiesa non ha paura di loro. Invita a capire chi sono. Hanno una storia pesante: «Avete conosciuto – ha detto il Papa – il sapore amaro della non accoglienza e, talvolta, della persecuzione…». Ha aggiunto: «Migliaia di donne, uomini e bambini sono stati barbaramente uccisi nei campi di sterminio». Ha utilizzato l' espressione rom di Porrájmos, il «Grande Divoramento», «un dramma ancora poco riconosciuto e di cui si misurano a fatica le proporzioni». È vero: la nostra cultura non ha fatto i conti con l' Olocausto rom. Tuttavia il Papa, con fine osservazione, ha notato come i rom non abbiano reagito alle umiliazioni con il nazionalismo che tende a «possedere una terra o a dominare altre genti». Espressione dell' incredibile «ingenuità» rom verso gli europei, che invece li hanno considerati scaltri. Sono stati istintivamente i primi europeisti senza crearsi uno spazio politico, ma camminando inquieti per l' Europa, spesso in fuga. Questa storia è finita. Il discorso di Ratzinger segna una svolta nella visione della Chiesa: i rom non sono nomadi romantici, ma un popolo di marginali e di tanti bambini. Casa, scuola, lavoro. Questa è la basilare ricetta indicata dal Papa, che ha avuto espressioni impegnative: «Vi invito, cari amici, a scrivere insieme una nuova pagina di storia per il vostro popolo e per l' Europa». Il futuro dei rom (che occupano simbolicamente lo spazio dell' altro in tante società europee) non è un dramma né una nebulosa, ma – ha detto saggiamente il Papa – è «vivere con gli altri e come gli altri».