di gigasweb
Fonte:
Famiglia Cristiana
Papa Francesco continua a incontrare tanta gente che viene a vederlo e ad ascoltarlo. Domenica scorsa ha celebrato la prima Messa nella cattedrale dí Roma, la basilica di San Giovanni in Laterano. Fin dal giorno dell`elezione aveva detto: «E adesso, incominciamo questo cammino: vescovo e popolo. Questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese. Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi». Questo cammino di fratellanza e di fiducia è davvero cominciato.
Lo si vede dall`attenzione con cui il "popolo", la gente comune, segue il Papa, lo ascolta, si interessa alle sue parole. Anche domenica scorsa, in Laterano, c`era tanta gente dentro e fuori dalla chiesa. Il "popolo" risponde all`invito di papa Francesco e lo accompagna volentieri nel suo cammino, che sente vicino alla sua vita. C`è un`alleanza sempre più stretta tra il Papa e il popolo in un clima che ricorda quello che, molti anni fa, si determinò con Giovanni XXIII.
Qual è il segreto di questo Papa, per nulla retorico? È la simpatia, nel senso profondo della parola, che si è instaurata tra Francesco e la gente: simpatia non è qualcosa di superficiale, ma vuol dire compassione, capacità di partecipazione alta vita altrui, ai suoi problemi, ai suoi sentimenti. Soprattutto l`idea della misericordia di Dio è centrale nel messaggio del Papa: «Fratelli e sorelle non perdiamo la fiducia nella misericordia paziente di Dio!», ha detto domenica scorsa.
Francesco è consapevole che, in un duro momento di crisi e di spaesamento, c`è un diffuso bisogno di misericordia. La Chiesa ha le parole della misericordia di Gesù. Paradossalmente la misericordia rappresenta una "forza" che cambia i cuori e la stessa società.
Lo dice il Papa: «Sentiremo il suo abbraccio e saremo anche noi più capaci di misericordia, di pazienza, di perdono, di amore».
In un mondo affrettato, in cui i rapporti sono spesso bruschi, rapidi, duri, l`immagine di Dio, riproposta dal Papa, è quella del Padre misericordioso che attende con molta pazienza il ritorno del figlio: «Dio è paziente con noi perché ci ama, e chi ama comprende, spera, dà fiducia, non abbandona, non taglia i ponti, sa perdonare».
È tutto troppo semplice? Qualcuno osserva criticamente come la vita sia molto più complessa per l`uomo e per la Chiesa stessa. La semplicità di papa Francesco nasconde invece una vera profondità: il "popolo", con il suo intuito, lo ha capito e lo segue. Domenica scorsa, quando è entrato nella basilica del Laterano, aveva – come pastorale – la croce che Paolo VI portò alla chiusura del Concilio l`8 dicembre 1965. È la croce che ha accompagnato Giovanni Paolo II nei suoi viaggi e a Roma. Quella croce è simbolo della pastorale del Vaticano II, ma anche della missione universale della Chiesa. Papa Francesco l`ha fatta sua con semplicità e convinzione.