Fonte: Corriere della Sera
La crisi economica che investe come un vento gelido la nostra Europa, provocando difficoltà, preoccupazioni e, in qualche caso, disperazione, può forse servirci a farci riscoprire il senso profondo della solidarietà.
La solidarietà non è una forma di elemosina, in cui chi è più fortunato concede parte del suo superfluo. No, la solidarietà, nel senso più vero, è condivisione partecipe. È la riscoperta dei valori più autenticamente umani. Una chiamata a vivere insieme. È anche un`idea grande, una parola buona, qualche ora di tempo, una visita a chi soffre per malattia o solitudine. In sostanza è pensare e vivere questa convinzione: non si è felici da soli, ma la felicità va sempre partecipata con gli altri. Il discorso si allarga alla solidarietà tra i cittadini, uniti nel vincolo nazionale. C`è la solidarietà tra le generazioni, tra anziani in difficoltà e giovani che crescono. Ma ci sono anche le generazioni che verranno: quelle che non sono nate e che non possono far sentire la propria voce.
C`è, infine, in un mondo che sembra diventare sempre più piccolo, la solidarietà tra gli Stati e tra i popoli. Ci sono tanti popoli giovani, come quelli dell`Africa, costretti a vivere in un mare di miseria, a fronte della ricchezza di pochi. Il mondo ci appartiene, ma non ne possiamo disporre a piacimento.
Abbiamo il dovere di non bruciare in modo ingordo le risorse e l`ambiente, di preservare per chi verrà dopo di noi spazi di diritti, di sicurezza, di convivenza, di serenità, di conoscenza, di bellezza. Dobbiamo lavorare oggi per rendere il mondo migliore domani. Anche se non vedremo noi i risultati. La solidarietà è una sfida, anzi un`opportunità, che bisogna cogliere al volo. Tutti insieme. Perché è sicuro: da soli non ci si salva mai.