Fonte: Famiglia Cristiana
L’immigrazione è al centro di un dissidio europeo che dura da anni, come si vede anche dalla drammatica vicenda della nave Aquarius di Medici Senza Frontiere e Sos Mediterranée a cui è stato negato l’approdo in Italia, invocando la competenza di Malta. Ogni Governo guarda al proprio interesse nazionale e, soprattutto, agli umori dell’elettorato, sempre più spaventato da una “invasione” di stranieri dal Sud del mondo.
Ma i problemi reali della gente comune non sono tanto gli immigrati quanto la difficoltà di vivere nelle periferie, la mancanza di lavoro, la precarietà quotidiana, la crisi economica. E sono seri.
Eppure si parla tanto di migranti. Si deve dire, però, che l’Italia non è stata aiutata dagli altri Paesi europei, anche se Bruxelles ha sostenuto finanziariamente l’accoglienza italiana. Ed è stato un errore europeo. Tuttavia, una questione grave come i migranti non si può affrontare in modo emotivo, anche se le forze politiche europee hanno appreso che alimentare le paure può portare consenso. Invece è un problema da gestire nella solidarietà tra europei. Ma la scorsa settimana, in Lussemburgo, l’Unione si è di nuovo divisa sui cambiamenti da apportare al regolamento di Dublino. Il quale prevede che il Paese europeo dove il migrante entra debba compiere le procedure di asilo. Così le frontiere esterne dell’Europa sono viste non in modo unitario, ma in una prospettiva nazionale.