Fonte: Huffington Post
Accogliendo in Italia a Fiumicino il secondo gruppo di profughi (musulmani e cristiani) dalla Siria e dall’Iraq attraverso i corridoi umanitari, ho richiamato il primo articolo del Trattato di Lisbona, la “Costituzione” dell’Europa: “l’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello stato di diritto, del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze”.
La vera Europa non ha muri, ma costruisce ponti. I corridoi umanitari sono nati dalla collaborazione fra cattolici e protestanti – la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese evangeliche, le Chiese valdesi e metodiste- in sinergia con il governo italiano. La società civile, su tutto il territorio nazionale, provvede in totale autonomia finanziaria all’accoglienza, all’insegnamento della lingua italiana, alle cure mediche di cui molti di loro hanno bisogno.
Questo progetto coniuga insieme solidarietà e legalità, permettendo ai profughi di arrivare in Europa in maniera sicura, evitando le morti in mare e il ricorso ai trafficanti di esseri umani, dopo uno screening legale accurato. Sono un atto di solidarietà verso famiglie in gravi condizioni di vulnerabilità, ma anche una protesta europea e civile contro la guerra che da troppi anni insanguina la Siria. Abbiamo bisogno di pace presto in questo paese.
Pensiamo alle ore terribili che Aleppo sta vivendo. È significativo che tra i profughi arrivati oggi ci sia una numerosa famiglia armena, fuggita dalla città dove i loro nonni avevano trovato riparo al tempo del massacro dei cristiani di Anatolia. C’è in questo progetto di corridoi umanitari anche un messaggio ecumenico: la collaborazione tra le comunità evangeliche e una comunità cattolica come Sant’Egidio.
I rifugiati interpellano i cristiani europei: che Europa vogliono per il futuro? Non tutti i cristiani (qualunque sia la loro confessione) sono d’accordo o hanno riflettuto su questo tema. Le nostre scelte sui migranti costruiscono l’Europa di domani. Proprio sulla questione, ho auspicato la convocazione di un sinodo europeo ecumenico.
Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, ha espresso – da parte sua – la convinzione che i cristiani europei devono realizzare un sinodo ecumenico sull’Europa e i migranti. Dai “ponti” dipende il futuro (demografico, ma non solo) del nostro continente in declino. La fedeltà alle parole evangeliche sull’accoglienza al forestiero guidano a comprendere meglio la via all’Europa di domani. Perché, dietro a muri che sembrano rassicuranti, c’è solo l’inizio della fine dei nostri paesi europei.