Fonte: Avvenire
«Il presidente Monti mi ha incaricato di accoglierlo e ne sono felice». Andrea Riccardi, ministro per la Cooperazione internazionale e l`Integrazione, ieri ospite di Lorena Bianchetti all`Italia sul 2, trasmissione pomeridiana della Rai, ha anticipato come accoglierà oggi a Milano il Pontefice. «Dirò al Santo Padre – ha spiegato il ministro – che noi italiani gli siamo molto vicini perché lui ha conquistato tutti con la sua pacatezza e rigore. Benedetto XVI è per noi un testimone credibile della realtà di oggi. In questi anni ha seminato profondità».
E oggi il pensiero delle famiglie in festa per l`arrivo di Bendetto XVI andrà anche a quanti in questi giorni soffrono in Emilia, dove la terra continua a tremare. Riccardi ha appena pubblicato un libro, «Dopo la paura la speranza», un titolo che sembra perfetto per dare un messaggio agli emiliani…, come ha sottolineato Lorena Bianchetti. «Il terremoto – ha risposto Riccardi – è come un ladro che ti prende
nella notte. Noi rischiamo di essere sempre più la civiltà della paura, siamo tutti un po` più spaesati, ma la speranza non deve e non può morire».
«In Emilia vado sabato – ha proseguito il ministro – farò un vasto giro per quelle zone terremotate, mangerò con loro. Voglio passare la Festa della Repubblica con gli emiliani. Ho pensato molto in questi giorni al valore di un abbraccio da dare a questa gente, al comunicare loro che se non ci fosse un`Italia unita sarebbero più soli.
Esiste una casa comune italiana un`antica civiltà dalle radicata umanità e dalla forte operosità. Questa casa comune ha radici, ma anche un domani».
Poi la visione sui giovani, che sono il futuro della famiglia, e che devono diventare i protagonisti della società attuale. «Ci vuole speranza anche in politica – ha detto Riccardi – . Non è vero che i giovani pensano solo a trovare lavoro, cosa peraltro sacrosanta visto le difficoltà che ci sono. I giovani avrebbero voglia di fare politica, ma non trovano interlocutori… Credo che la politica debba innanzitutto migliorare la vita. I cattolici negli anni scorsi sono stati per lo più distaccati dalla politica perché la sentivano come un gioco sporco dove vigevano i giochi di palazzo, lontani dalla gente e dai loro bisogni. Ma ora non si può più attendere. Noi abbiamo bisogno di
sentirci Italia perché in un mondo globalizzato non si va in ordine sparso, questa è tempo di luci accecanti dei media internazionali, di ripiegamento su di sé e sul proprio territorio a fronte delle correnti a volte invasive della globalizzazione estrema. La gente, spaesata, cerca radici, identità, casa, parole sul futuro. Per questo dobbiamo essere Italia e poi Europa.».
Infine la riflessione: «La vera crisi è quella dei legami – ha concluso Riccardi -. Oggi trionfa la cultura della solitudine, l`esaltazione dell`individualismo, il tessuto sociale dei giorni nostri è frammentato.
Nella Bibbia c`è scritto che l`uomo non deve vivere solo e anch`io lo credo. In questa crisi economica, dunque, si nasconde la madre della crisi ed è quella dei legami. Un uomo solo è un uomo più fragile, ma anche un uomo con meno opportunità».