Comunità di Sant’Egidio, 50 anni, intervista al fondatore Andrea Riccardi

Riccardi e i 50 anni di Sant’Egidio: non alzare muri, per un mondo migliore Intervista al fondatore della Comunità nata a Roma e che oggi conta 60 mila membri in tutto il mondo, impegnati per i poveri, i malati, la pace e il dialogo interreligioso e sostenuti dalla preghiera.

“E’ il lavoro di tanti che donano il proprio tempo per rammendare il tessuto sfilacciato del mondo o delle nostre città. Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano Professor Riccardi, 50 anni fa lei e i suoi compagni del Liceo Virgilio volevate cambiare il mondo.

E oggi, cosa vogliono i 60 mila di Sant’Egidio?

Oggi è cambiato lo scenario, dal locale al globale, e lo scenario globale incute una grande paura: il terrorismo, i migranti… Sant’Egidio dice che oggi non bisogna aver paura , alzare muri. Che si può fare qualcosa per gli altri, si può rendere migliore questo mondo, e che la fede che cresce nell’ascolto della Parola di Dio fa lievitare la speranza.

Sant’Egidio, la comunità “delle tre P”: preghiera, poveri e pace. Così vi ha ribattezzato Papa Francesco che vi conosce dai tempi di Buenos Aires. La preghiera, da Santa Maria in Trastevere allo “spirito di Assisi” è sempre il cuore della comunità?

Sì, perché la comunità è cresciuta ascoltando la Parola di Dio, e questa resta il cuore perché altrimenti il cristianesimo è ideologia o morale. E la Parola è lampada sui nostri passi per leggere i segni dei tempi nella storia.

Poveri: nel 1968 i bambini del cinodromo che abbandonano la scuola, nel 2018 i profughi dei corridoi umanitari. La parola chiave è sempre amicizia, tra i vecchi e nuovi cittadini e tra le generazioni?

Bisogna parlare con i poveri, bisogna integrare i poveri nella comunità, perché non sono da assistere ma da integrare. Quindi l’amicizia, il dialogo, è il primo passo per l’integrazione. Cinquant’anni e migliaia di storie, volti e persone… Sant’Egidio è fatto dal lavoro di tanti che donano il proprio tempo per rammendare il tessuto del mondo o delle nostre città sfilacciato. E’ un piccolo lavoro di ogni giorno ma alla fine questa è la pace