31/03/2016 Islam, solo l’integrazione porterà alla pace

di Andrea Riccardi

Fonte: Famiglia Cristiana

Dopo gli attentati di Bruxelles l`Europa è disarmata perché le sue società sono autoreferenziali e inermi. Ci vuole un risveglio di corpi sociali che abitino le periferie e le città

L’attentato all`aeroporto di Bruxelles tocca tutti gli europei. Anch’io passavo di lì qualche giorno fa. Non è arrivata la guerra totale all’Europa? Non ci sono soluzioni semplici per quel che è complesso, se non vogliamo fare solo populismi che portano voti a qualcuno e illudono troppi. La risposta non è il muro contro muro, come taluni invocano: europei/cristiani contro i musulmani. Innanzitutto, i musulmani si combattono tra loro: sunniti e sciiti, sunniti fra loro. Il Medio Oriente è il fronte principale dell`islamismo da contenere e non favorire con un continuo caos

L`islamismo non è invincibile. Boko Haram, in guerra da sette anni in Nigeria, sembrava imbattibile: ora è alle strette. In Europa non è guerra, ma terrorismo. Colpire gli europei accredita i terroristi sulla scena globale. I manovali del terrore vengono da vicino: figli delusi d`immigrati musulmani, alcuni europei svuotati, fanatizzati, uccidono bambini, donne, gente indifesa (e pure musulmani).

C`è una guerra islamica all’Europa? Non tutti i musulmani sono una minaccia. In Europa sono il 3,8% degli abitanti (in Italia il 3%), circa 20 milioni (un milione i bulgari arrivati al tempo ottomano). Ci sono situazioni limite: guardiamo Molenbeek, quartiere di Bruxelles, laboratorio degli attentati. Molenbeek conta il 30/40% di musulmani, tanti giovani, disoccupati (più del 50%), poveri. La jihad globale intercetta la rabbia di giovani esclusi, la motiva con l`ideologia islamista, mentre li proietta in una logica di “guerra” all`Occidente. Questo cocktail ideologico, in Belgio, ha attratto 470 giovani a combattere in Siria (non tutti musulmani). Ne sono tornati 120. Il problema riguarda pure le periferie di Parigi e di varie città europee. La prima risposta è l`azione della polizia (sappiamo le difficoltà in Belgio in proposito) accanto all`intelligence.
È fondamentale. Però – come papa Francesco insegna – nelle periferie si gioca il futuro delle città. Le nostre società inermi, perché egocentriche e prive di slanci, hanno perso capacità d`integrare e di affascinare con un senso di destino comune. Le istituzioni sono pallide, la scuola intimidita, le Chiese infragilite. La gente isolata si blinda. Invece c`è bisogno d`identità forti e di dialogo. È una domanda alla scuola e agli insegnanti marginalizzati e spaventati. È una domanda alle Chiese, chiuse nei loro circuiti o al massimo attive nelle opere sociali.
La politica deve stare alla base e non essere fatta di vertice. Ci vuole poi il dialogo per integrare. I leader religiosi musulmani, mediatori con le masse dei fedeli, devono essere inseriti in organismi di dialogo con gli altri religiosi e lo Stato. In Italia non c`è niente a questo livello. Quello che c`era non è stato ripreso. L`Europa è disarmata perché le sue società sono autoreferenziali e inermi. Ci vuole un risveglio di corpi sociali che abitino le periferie e le città.

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