Fonte: il Giornale di Brescia
Un gruppo di giovani liceali che progettavano di cambiare il mondo, a partire dal Vangelo e dalla sua lettura, «con la Bibbia e il giornale in mano», uniti dal comune intento di aiutare i più deboli e gli emarginati. E’ nel 1968 che Andrea Riccardi, poi storico contemporaneista, docente nelle Università di Bari, Roma “La Sapienza” e Roma Tre, e ministro per la Cooperazione Internazionale e l’integrazione durante il governo Monti, fonda a Roma, nel quartiere Trastevere, la Comunità di Sant’Egidio.
Preghiera, poveri e pace sono fin dalle origini i suoi fondamenti, le mura su cui è stata edificata una comunità cristiana divenuta negli anni una rete di relazioni di cooperazione e aiuto che raccoglie uomini e donne di ogni età e provenienza, uniti dall’ascolto della Parola del Vangelo e nel comune impegno, libero e gratuito, con particolare attenzione alle periferie come «nuova frontiera umana».
Ma come cambiare un mondo oggi orientato all’io e non alla comunità, disgregata a livello famigliare, sociale e politico? E’ ancora possibile? Lo pensa il fondatore della Comunità che sarà presente domani alle 17 per la Lettura Scholé 2023, un’iniziativa dell’Editrice Morcelliana. Con questo incontro l’Editore desidera confrontarsi sulle sfide educative odierne, sui temi principali del dibattito intorno al mondo dell’educazione e alle sue prospettive, a cui è legato per tradizione «Scholé», storico convegno annuale di ispirazione cristiana coordinato da Luciano Pazzaglia e ora rivista di educazione e studi culturali diretta da Pier Cesare Rivoltella, Vincenzo Costa, Maurizio Fabbri, Angelo Gaudio.
Rigenerare il futuro: dall’io al noi è il tema su cui Andrea Riccardi imposterà la relazione presso l’Aula Magna della sede dell’Università Cattolica in Via Trieste, 17. Una riflessione sulla società, sull’individualismo dilagante e sulla solitudine dirompente, acuiti dall’utilizzo di social media, «su egocentrismi personali che sfociano in egoismi nazionali». Oltre al proprio contributo alle fasce più povere della società, ai senza dimora, ai disabili, ai detenuti delle sovraffollate carceri italiane, sono numerose le questioni «pedagogiche» su cui Sant’Egidio da sempre ha insistito attraverso la sua missione, come la questione intergenerazionale, la cura di bambini e anziani, l’impegno per la solidarietà ai migranti fin dagli anni Novanta, attraverso l’istituzione di corridoi umanitari, scuole per l’apprendimento della lingua italiana, integrazione e scolarizzazione dei bambini rom, Scuole della Pace, Scuole popolari avviate tra i baraccati di Roma (le periferie degradate dei cui tanto parlava anche Pier Paolo Pasolini). Tematiche pedagogiche alle quali è dedicato il libro da poco pubblicato «W la scuola. Un programma per contrastare la dispersione scolastica» (Scholé).
L’operato di Sant’Egidio – oggi presente in più di settanta Paesi nel mondo – si è distinto negli anni anche per l’impegno per la pace nelle trattative a livello internazionale, celebrato da numerosi riconoscimenti, con un ruolo di dialogo e mediazione in diversi conflitti, contribuendo al suo raggiungimento in alcune zone di guerra del pianeta, tra cui Mozambico, Guatemala, Costa d’Avorio, Guinea.
Un’attenzione, quella di Andrea Riccardi, che oggi si concentra su alcune tematiche più significative del dibattito pubblico italiano come la guerra in Ucraina, l’immigrazione continua, la crisi interna alla struttura ecclesiastica, affrontate in numerose pubblicazioni come Il grido della pace (San Paolo), Accogliere (in dialogo con Lucio Caracciolo, Piemme), La Chiesa brucia: Crisi e futuro del cristianesimo (Laterza), La scelta per la pace. Meditazioni tra Bibbia e storia e Italia carismatica (Morcelliana).