Fonte: Corriere della Sera
Siamo reduci da una campagna elettorale dai toni talvolta violenti. L' astensione ha manifestato che una parte del Paese reale è altrove con i suoi problemi. Che pensa? In un recente libro di Antonio Sciortino, Il limite. Etica e politica nelle lettere di «Famiglia Cristiana», edito da Laterza, si sentono le voci di un Paese non ascoltato dal teatro politico. L' autore raccoglie le lettere al settimanale fondato da don Alberione nel 1931. In ottant' anni di vita «Famiglia Cristiana» ha cambiato veste tipografica e impostazione, restando un magazine a tiratura popolare. Gli italiani si confidano con «Famiglia Cristiana», che crede al colloquio con le persone pur in un tempo di sondaggi. Molte lettere sono attraversate dal desiderio di un' Italia diversa: «Vivo in un' Italia che si è persa. O, forse, non si è mai trovata» – si legge. Don Sciortino sa che queste voci non arrivano al palazzo della politica: «La politica – scrive – è prigioniera di se stessa. Accecata da questioni private, bada meno agli interessi pubblici. Il Paese si sfilaccia, ma la coesione sociale non è all' ordine del giorno». Il settimanale (rivolto alle famiglie), dal carattere battagliero, raccoglie le angosce degli italiani. Così fanno anche la Chiesa e il mondo cattolico. Spesso, in queste lettere, ci si rivolge alla Chiesa con la fiducia di essere capiti, nonostante alcune critiche. Quel che si manifesta sulle pagine del settimanale avviene anche nel vissuto quotidiano delle istituzioni cattoliche. Ma da una Chiesa, che ascolta una parte importante del Paese, verrà una qualche proposta che spezzi la logica della politica italiana? Qualcuno, partendo dagli inviti del papa o del presidente della Cei a una nuova leva di politici cattolici, ha ipotizzato una situazione simile a quella degli anni Quaranta, quando la Chiesa sorresse «la proposta politica di De Gasperi» (diceva Pietro Scoppola). Ma i tempi sono tanto diversi. Conclude amaramente Sciortino: «Mancano persone capaci di offrire alla nazione obiettivi comuni e condivisi, progetti di medio e lungo termine. Nessun programma per l' Italia del futuro». Sono parole severe, forgiatesi nel contatto con i dolori e le poche prospettive degli italiani. Una giovane lavoratrice confida: «Il profitto ha sconfitto l' uomo. In fabbrica accadono cose che mai avrei pensato di vivere o di vedere in vita mia». E Giuseppina (un' anziana) manifesta la fatica di vivere: «Non si può più acquistare in euro, quando gli stipendi e le pensioni sono rimasti in "lire"». Una catechista napoletana osserva: «La corruzione è questa: tutti sanno bene chi sono e dove vivono gli spacciatori e i camorristi. Ma nessuno li tocca». Una donna racconta di una parente uccisa per scippo. Si parla poi della difficoltà delle famiglie e delle preoccupazioni per i figli. C' è chi chiede una comunicazione più genuina. Enrico denuncia telegiornali asserviti e dominati dal gossip: «Dal video domestico esce il messaggio assillante di comprare e comprare, creando bisogni…». Ascoltare le voci di questi italiani mette in contatto con il Paese reale, portandoci fuori dalla bolla mediatico-politica. Si capisce il terreno in cui si sviluppano sia il voto di protesta che l' astensione. Ma che fare? Un medico di 55 anni (cattolico) scrive che non sa per chi votare: «Sento il bisogno di un partito diverso, di un movimento nuovo…». Dal libro di Sciortino non emerge la domanda di una nuova forza politica. Qualcuno ve la leggerà. Ma per l' autore, che non nasconde la sua indignazione morale, bisogna soprattutto riportare l' etica in politica, perché questa ritorni a essere una pratica alta. Il Paese è in difficoltà. La rabbia, le preoccupazioni, le domande delle lettere di «Famiglia Cristiana», rivelano tanti uomini e donne dalla sensibilità profonda e ferita. Anche questa è una risorsa morale.