30/07/2014 Francesco vuole sorprendere

di gigasweb

Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Francesco vuole sorprendere. Lo ha fatto ancora con la visita a un pastore pentecostale amico, Giovanni Traettino, e alla sua comunità a Caserta. Lo abbiamo visto, a maggio, tra le volte antiche del Santo Sepolcro di Gerusalemme con la figura ieratica del patriarca ortodosso di Costantinopoli, Bartolomeo. Un ecumenismo ormai tradizionale, cominciato da Paolo VI cinquant`anni fa a Gerusalemme. Ma l`ecumenismo non è solo con gli ortodossi, con cui si manifestano lentezze e difficoltà di carattere teologico (dietro cui ci sono problemi psicologici e storici). Non è solo con protestanti e anglicani. Con la visita a Caserta, il papa ha indicato un`altra strada: il rapporto con "nuove comunità", come i pentecostali della Chiesa evangelica della Riconciliazione.
 
Quello pentecostale è un movimento imponente sviluppatosi nel Novecento. Il fenomeno religioso più importante del secolo passato è stato la crescita della galassia pentecostale, neopentecostale e neoprotestante. Sono passati da pochi fedeli a almeno mezzo miliardo. È un mondo frammentato con storie e identità differenti, talvolta divaricanti. Non lo si pensi come un`organizzazione unitaria. Lo si vede in Africa e in America Latina, come negli Stati Uniti. Tante comunità e sigle diverse. Varie comunità, come a Caserta, sono impregnate di genuino evangelismo e caratterizzate dall`apertura alle manifestazioni dello Spirito Santo. Si incontrano però comunità – spesso ben organizzate – ispirate da una teologia della prosperità: cioè dare materialmente alla Chiesa è – per dirla rudemente – la premessa per ricevere da Dio. Queste comunità hanno talvolta un`espressività nella preghiera di tipo pentecostale (importanti sono i canali televisivi usati dai predicatori). Bisogna leggere le differenti storie. Francesco lo fa con la bussola dell`amicizia per il pastore.
 
Il Papa ha introdotto la chiave dell`amicizia come elemento forte nell`impegno ecumenico, che permette di guardare al di là delle barriere cristallizzate ideologico-teologiche. Questo crea reazioni assai critiche da parte dei cattolici tradizionalisti.
 
Il Papa di Roma entra con amicizia nel mondo pentecostale italiano, verso cui ci fu grande inimicizia della Chiesa. Chiede perdono per la persecuzione congiunta da parte della polizia fascista e degli ecclesiastici (che anche sollecitavano azioni per chiudere le comunità, formate da poveri emigrati rientrati dagli Stati Uniti). Tanti anni fa, studiando questa vicenda, trovai in Archivio di Stato un rapporto di un commissario di polizia sulla repressione dei pentecostali che era stato parzialmente riprodotto come articolo sulla rivista "Fides" del Vicariato di Roma negli anni Trenta. Significativa coincidenza! L`inimicizia non è finita con il regime. Il ministro democristiano Scelba dichiarò i pentecostali "non ammessi" come culto. Così, nell`Italia democratica (e clericale), ci furono nuove misure, anche se più lievi del passato, durate sino alla metà degli anni Cinquanta.
 
Oggi Papa Bergoglio non solo chiude una pagina triste di storia, ma ne apre una nuova di ecumenismo. Soprattutto segnala come la ritualità ufficiale dei rapporti tra Chiese, divenuta quasi una diplomazia, avrebbe più bisogno di amicizia tra i leader religiosi, piccoli e grandi.
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